(Estratto dal testo del programma eventi di Tempo Reale Festival 2015.)Il
Il rapporto con le immagini, tanto in ambito artistico che comunicativo è una delle peculiarità del percorso progettuale di Tempo Reale degli ultimi anni. Il festival instaura un percorso di contatto con una serie di giovani designer dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, guidati dal visual designer Danilo Danisi.
La collaborazione tra il corso di Design Grafico dell’Accademia di Belle Arti di Bologna e Tempo Reale, ha un’origine duplice: da un lato deriva dalla mia personale necessità di “mettere in moto” gli studenti sul versante della professione attraverso temi progettuali per committenze reali, possibilmente di alto profilo. Questo genere di processi dovrebbero favorire non solo una presa di coscienza nello studente dei tempi e delle modalità, talvolta pressanti, tipiche del mondo lavorativo, ma anche una ripresa delle Accademie nel loro ruolo originario di “scuole” al servizio della cittadinanza: scuole intese come laboratori, fattivi, produttivi e di ricerca. Dall’altro lato, la collaborazione è derivata anche dalla fortissima impellenza estetica che, come artista e/o designer, prevale in me da sempre rispetto alla “poetica” dell’interazione creativa tra immagine e suono, nella coscienza futura che più che ci si avvicinerà alle nuove poetiche della virtualità multimediale, più gli approcci sonori e visivi saranno sempre più incrociati ed interdipendenti l’uno dall’altro. Da queste due impellenze/necessità, è nata l’idea insieme a Francesco Giomi, di sostenere il Tempo Reale Festival attraverso la realizzazione di immagini tematiche che lasciassero i miei studenti liberi di interpretare creativamente, tramite una sorta di “collage digitale”, la propria idea di musica sperimentale. Si è trattato, più che di far interagire musica e suono in un unicum sinestetico, di “re-interpretare” un canale sensoriale, quello uditivo, per definizione in movimento e cangiante, attraverso un altro canale sensoriale, quello visivo: e che quest’ultimo potesse “congelare” in un’immagine statica un concetto sonoro in itinere. Ma si sa, l’idea di immagine come “statica” è debole e storicamente inappropriata: il movimento, non reale, temporale, ma di equilibri, è anche interno e proprio delle immagini: esperito attraverso il ritmo interno delle forme, il rapporto tra pieni e vuoti, i suggerimenti al movimento dello sguardo dell’osservatore, i differenti pesi visivi e le varianti cromatiche che muovono lo sguardo nella lettura di un’opera. I lavori grafici presenti nei materiali del festival, opere visive che “strizzano l’occhio all’orecchio”, rispondono più ad un’esigenza artistico-espressiva che progettuale e sono solo una parte del totale di quelli presentati, che per forza di cose hanno dovuto subire una selezione. Non posso che ringraziare tutti gli studenti per il loro impegno, per la loro dedizione, e per la loro, bellissima quanto preziosissima, umanità. Un’umanità che mi ricorda sempre che chiunque può apprendere da chiunque, in qualsiasi momento.”
Danilo Danisi (Accademia di Belle Arti di Bologna)
